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Hevrin Khalaf, un’attivista per i diritti delle donne, pronta a pagare con la vita il prezzo delle sue idee è stata uccisa a sangue freddo il 12 ottobre scorso: è stata punita in un agguato in cui sono morte altre persone. Ma a lei è toccata la sorte più straziante: è stata presa con la forza, violentata e infine lapidata. Quindi a monito è stato postato un video in cui, forse gli stessi “miliziani” che l’hanno uccisa, hanno aggiunto un ultimo sfregio: «Questo è il cadavere dei maiali» (animale immondo).
Vogliamo, dunque, ricordarla per le ragioni che hanno decretato la sua fine. E’stata uccisa in quanto donna colta (era ingegnere civile); era simbolo di dialogo, visto come pericolo da quanti vogliono conservare il loro potere; è stata uccisa perché ha combattuto per far comprendere le ragioni della causa curda; e perché segretaria del “Partito del Futuro Siriano”, che aveva contribuito a fondare il 27 marzo del 2018, in cui lei volle affermare, come principi, la laicità dello Stato e una Siria pacifica e «multi identitaria»; infine è stata uccisa perché aveva combattuto contro i soprusi subiti dalle donne e dai deboli.
Ha pagato ed è stata additata al mondo, attraverso lo stupro e la lapidazione, perché lei, donna, aveva osato combattere per un mondo non violento e per i diritti delle donne in una terra maschilista, dove i terroristi dell’Isis hanno tolto loro ogni libertà.
Il centro Antiviolenza Voce Donna ne ricorda la forza, la tenacia e la sua profonda convinzione che il mondo possa essere cambiato e che il futuro possa offrire giuste opportunità anche ai più deboli. Voce Donna auspica che il suo sacrificio non cali nell’oblio.


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